A Marco, quarantenne di Milano, la preoccupazione per i debiti aveva fatto perdere il sonno. Sul suo stipendio da impiegato pesavano le rate del mutuo sottoscritte con una banca e quelle di un prestito, stipulato con un’altra. Era convinto di vedere la sua casa finire all’asta. Invece, oggi vive ancora con la sua compagna, nel loro bilocale. Non ha appianato del tutto i debiti, ma potrà pagare il mutuo in tempi più dilazionati e contando su una riduzione sia del mutuo che del prestito. Fabrizio ha dimostrato di essere pronto a fare tutto il possibile per onorare i debiti. Occorreva, però, un piano per i pagamenti che fosse sostenibile. E la vendita del bilocale che lo avrebbe messo in mezzo a una strada non sarebbe stata conveniente neppure per le banche. Paola, invece, fino a qualche mese fa gestiva un bar a Milano, acquistato coi risparmi di anni di lavoro dipendente. Il giro d’affari, però, non si era rivelato quello sperato. Per pagare i fornitori era rimasta indietro con le tasse sul commercio, fino ad arrivare a un pesante debito con l’erario. Una situazione che sembrava senza vie d’uscita e che, invece, si è conclusa con un accordo che ha permesso a Paola, sostenuta economicamente dai genitori e da un’amica, di accordarsi coi creditori con una somma pari a circa il 10 per cento del debito. Non uno sconto, ma il massimo sforzo che Paola e la sua famiglia erano di grado di affrontare in quella situazione.
I casi di Marco e Paola non sono rari. Secondo i dati di Banca d’Italia, nel 2000 le famiglie indebitate non superavano le 200 mila. Uno studio presentato a giugno dalla Consulta nazionale antiusura parla di 1 milione 959 mila casi nel 2017 con un aumento di 682 mila casi in 10 anni. Scarsa conoscenza della gestione delle proprie finanze. Una comprensione superficiale dei processi di pagamento a rate e del loro reale costo. Oppure, eventi avversi, come la perdita del lavoro, della salute o spese improvvise non rimandabili. Sono tanti i motivi per cui le famiglie possono arrivare alla «crisi da sovraindebitamento». La procedura di sovraindebitamento è rivolta anche a semplici consumatori e lavoratori autonomi, oltre che a piccoli imprenditori e commercianti con attività escluse dalla procedura del fallimento. I debitori vengono aiutati dal «gestore della crisi», ovvero un consulente, a formulare una proposta di accordo con i creditori. Il debitore si impegna in un progetto con importi e tempi definiti per saldare in tutto o in parte i debiti e i creditori recuperano almeno in parte quanto dovuto.
Lascia un commento